E così anche la Germania conobbe il grande trucco dell’oltranzismo
patriottico che Angela Merkel a quanto pare non rappresenta più dopo essersi
discostata dal mito “Deutschland Uber Alles” che è poi la trasposizione tedesca
dell’”Allons Enfant” francese e dei “Fratelli d’Italia” del belpaese che qui è
proprio un partito.
La ricetta è sempre la stessa: sbatti in prima pagina un
leader forte, meglio se donna e piacente, con il leit-motiv trito e ritrito
patria, sicurezza e famiglia, il limite agli immigrati, la guerra ormai noiosissima
all’Euro ed all’Europa e dopo Marine Le Pen, Nicola Sturgeon, Beata Szydlo ecco
Frauke Petry, che presto vedrete su tanti giornali e siti come il volto nuovo della
Germania, l’alternativa alla Merkel, la nuova giovane stella politica.
Dietro tutto ciò, come sempre e come dappertutto grandi
interessi che sfruttano il malcontento, l’ignoranza e la xenofobia, un mix
micidiale che adattato alla Germania dove le persone pur di scavalcare un muro
fino a soli 35 anni fa si facevano sparare e dove ci si vanta della nazionale
integrata da africani, turchi ed iraniani naturalizzati, è alquanto ipocrita ed
inutile.
Il vero pericolo è che qualcuno abbia la tentazione ora di
dare la spallata finale alla Merkel per pur senso di rivincita europea contro
la Germania, gettando il paese più importante d’Europa e quindi l’Europa stessa
sotto il giogo di pensierini hitleriani, perché state attenti, i sorrisi di Le
Pen e Frau Petry sono solo uno specchietto per le allodole e dietro di loro ci sono giganti con i manganelli facili.
Nebbia
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