mercoledì 4 maggio 2016

Tele...Iato e la bandiera bianca dell'anti-mafia

Muore il mito di TeleJato, il mito di una televisione che a molti aveva ricordato il coraggio e l’irriverenza di Peppino Impastato, la speranza di poter prendere botte, anche forti senza mai perdere la forza di rialzarsi, la sensazione di sentirsi solo ma non isolato ed abbandonato e salvo doverose verifiche e riabilitazioni un altro pezzo di lotta alla Mafia si arrende.

Ci sono due forme di resa alla criminalità: quella per assorbimento e quella per sfinimento e probabilmente Maniaci è stato colpito da quest’ultima, in un ambiente dove devi trovare motivazioni, difese, essere sempre sulle spine ed alla fine è stato sommerso dalla volontà di liberarsi dallo stress con gli stessi mezzi di chi lo crea tutti i giorni.

Ma la vicenda di Maniaci, indagato al momento per estorsione insieme con altre dieci persone, è forse il culmine della crisi di quell’anti-mafia professionista che ha visto il figlio di La Torre entrare in rotta con Don Luigi Ciotti e Libera, di numerosi scrittori che hanno preferito cambiare argomento o diventare essi stessi l’argomento ed il protagonista, di magistrati che hanno fatto la spola fra la politica ed il tribunale perdendo in entrambi i casi.

Purtroppo iniziano a mancare i testimoni ed è questa la cosa più grave. Il silenzio con cui la figlia di Borsellino è stata costretta alla rinuncia dell’incarico nella Giunta Crocetta (altro esponente anti-mafia persosi nei meandri della caciara politica) è significativo e soltanto un funerale tardivo voluto dalla figlia di Lea Garofalo ha dato un minimo di emozione e di ricordo ad un paese che ha dimenticato questo problema.


Se chiedete tutto ciò al governo, vi dirà che molto è stato fatto, se chiedete al Ministero dell’Interno vi dirà che eroicamente ha resistito alle minacce, ma la gente non ci crede più e forse è il caso che tutte quella società civile che ancora vuole dare un segnale ai giovani italiani si svegli, tolga un po’ di NEBBIA dai suoi occhi e riprenda a lavorare a testa bassa, in silenzio e sul serio.  

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