“Ora che il Papa ha fatto
il Papa e la chiesa ha fatto la chiesa mi domando se chi pensava che così non
sarebbe stato sarà ancora dalla parte di Francesco. Essere cristiani è roba seria. La religione, qualsiasi essa sia, impone regole non
consigli. Accoglie e comprende, perdona. Ma pretende”.
Questa frase scritta su
facebook appartiene a Francesca Immacolata Chaouqui, una dei “corvi”, nominata
proprio da Papa Francesco nel 2013 nel Cosea, la commissione di studi economico-amministrativi
che avrebbe dovuto fare pulizia sull’organizzazione economica del Vaticano e
sul relativo impiego di fondi e che invece ha pensato bene di essere la “PR” in
cerca di carriera e titoli sui giornali, dall’esperienza in Ernst & Young
ad un incarico in Vaticano intervallato da cene e tweet ad alto tasso critico.
Il mondo di Chaouqui e Lucio
Angel Vallejo Balda (il prelato dell’Opus Dei accusato anche lui di essere uno
degli autori della fuga dei documenti) è molto simile a quello del libro di
Carlo Marroni, il Giallo Vaticano dove monsignori e cardinali parlano con
nonchalance di un Papa morente e del suo successore da scegliere, Pr prendono
il caffè con segretari particolari, giornalisti prendono notizie nelle stanze
sacre.
Ecco il motivo per cui
Francesco ha pensato bene di rimanere a Santa Marta, di celebrare messa con un
prete qualunque in una cappella quasi qualunque, di andare in giro ed
incontrare gente piuttosto che mischiarsi ad un mondo che è sempre più vicino
alle basse periferie di Roma o ai salotti in stile “La Grande Bellezza” dove tutto
è frivolo e perfino amorale. Non so se potrà bastare un Papa come questo o un
prefetto come quello acclamato da tutti a risolvere quello che ha travolto
Marino in Campidoglio come in fondo è accaduto con Benedetto XVI in Vaticano.
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